Le storie di MoMo
PREMESSE
Le storie di Momo nascono dall’incontro di due musicoterapiste, la musica e la teatralità sono la forza propulsiva di questo progetto che affascina e incanta ogni spettatore, chiunque esso sia. Ogni anno una storia ci accompagna da ottobre a maggio: Pierino e il lupo, Peter Pan, Alice nel paese delle meraviglie e quest’anno, grazie al contributo di Fondazione Livorno, Pinocchio.
ATTIVITÀ
Racconti musicali in stile teatrale in cui la narrazione semplice e diretta si eclissa dietro stimolazioni visive, olfattive e tattili calibrate, per poi ricomparire ancor più ricca di significati facilitando il coinvolgimento degli spettatori ed una comprensione che non passa dalla logica ma dall’esperienza sensoriale. Un’esperienza multidimensionale che esplora i personaggi e gli ambienti descritti esaltandone le caratteristiche chiave.
Come per la favola di Pierino e il Lupo di Prokofiev ad ogni personaggio è attribuito uno strumento musicale che a livello sonoro ne amplifica le caratteristiche. La narrazione dunque più che al linguaggio verbale è data in mano al linguaggio sonoro – musicale e visivo. Musicisti chiamati a suonare dal vivo danno voce ai vari personaggi e sono la ricchezza qualitativa di questo progetto. La costruzione della storia non vede i ruoli di spettatori e attori separati. Ogni spettatore è coinvolto in prima persona e protagonista dell’evento che si forma attorno ed insieme a lui. L’utilizzo del suono come forma universale di comunicazione rende l’esperienza profondamente inclusiva, immersiva e ricca di emozioni.RISULTATI ATTESI
Mantenere le abilità residue, incrementare la salute e il benessere attraverso
un aumento della motivazione e della consapevolezza della propria esistenza misurabile attraverso la
diminuzione di ipertono muscolare, incremento di scambi comunicativi come ripetizioni di suoni e
contatto oculare prolungato. L’incremento di tempi di attenzione osservabile tramite i movimenti della
testa in direzione di chi conduce l’attività e il sonno post-attività. Comparsa del sorriso e diminuzione dei movimenti discinesici in favore dell’incremento di movimenti volontari (allungare un braccio o una mano nella direzione dell’elemento che stiamo osservando (uno strumento o un oggetto).
Ci aspettiamo inoltre che l’attenzione e la curiosità non siano rivolti solo verso l’operatore ma che i
ragazzi si riconoscano come gruppo di lavoro con scambi comunicativi intenzionali tra loro.GALLERIA